OCCUPY MYSELF – Mi riprendo me stessa/o
TIPOLOGIA: culturale/pedagogico, prevenzione
PERCHÈ VOTARE IL NOSTRO PROGETTO?
Perchè credo che se un male è guaribile, sia giusto curarne i sintomi, ma che la vittoria finale sia estirparne la causa. Quindi votare questo progetto significa credere anche voi che :
- Non basta dare assistenza a donne vittime e uomoni violenti che sono solo la punta dell’iceberg di un mondo di violenza sommersa; è necessario intervenire alla fonte del problema, per curarne non solo i sintomi ma la causa primaria, cioè un’impronta culturale incline alla violenza di genere.
- Prevenire rieducando gli adolescenti in età formativa significa rendere ragazze e ragazzi portagonisti e responsabili di un cambiamento sociale, che deve portare ad un futuro mondo di adulti senza donne vittime o uomini violenti.
- OCCUPY MYSELF esprime la necessità di una rivoluzione culturale, emotiva e sessuale in cui il singolo individuo “occupa” se stesso, si riappropria cioè del suo corpo e della dua testa, sottraendosi e liberandosi dagli stereotipi della cultura di massa per riprendersi ciò che è suo di diritto: l’autogestione di se stesso.
ABSTRACT
Occupy myself significa rivendicare il proprio spazio soggettivo, liberandolo dagli stereotipi di genere, per dar luogo ad un modo nuovo e autentico di essere se stessi. Occupy myself significa puntare sui giovani, renderli protagonisti del cambiamento aiutandoli a liberarsi dalla cultura della violenza, per costruire una società adulta migliore ed egualitaria. Occupy myself significa iniziare oggi una rivoluzione culturale, emotiva e sessuale, per avere domani un futuro senza violenza di genere.
CITAZIONE
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”
Mahatma Gandhi
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IL NOSTRO TEAM
Mi sono laureata in antropologia culturale con una passione per l’applicazione sociale, come dimostra la mia tesi dedicata alla costruzione culturale dell’identità di genere. Tra le diverse esperienze lavorative sono stta operatrice volontaria in uno dei maggiori centri antiviolenza in Italia e mi definisco un’inguaribile lottatrice in diverse battaglie sociali. Ma soprattutto sono una donna che come altre ha incrociato la violenza nel suo percorso di vita, soprattutto in una lunga ed estenuante storia di violenza psicologica e stalking da parte di un ex fidanzato. Storia di violenza quotidiana come altre, forse meno drammatica, forse più comune, ma comunque cicatrice del passato che vorrei trasformare in esperienza fertile, come testimonianza attiva di riconoscimento, non accettazione, lotta e uscita dalla violenza .
LA NOSTRA IDEA IN POCHE PAROLE
In Italia esistono già dei centri per le donne vittime di violenza e per gli uomini violenti, entrambi sintomi di un’educazione culturale che ci porta ad essere vittime o carnefici. Il progetto punta invece al problema di fondo con delle giornate formative rivolte agli adolescenti, per intervenire sulle costruzioni culturali e prevenire un futuro di violenza. Fase uno “DEMOLIRE”: riconoscere e decostruire stereotipi culturali di genere. In particolare l’idea artefatta dell’amore romantico ispirato alla televisione e altri media e gli effetti devianti della pornografia sull’educazione e la vita sessuale. Fase due “RICOSTRUIRE”: riappropriarsi di se stessi liberi da idee preconfezionate (cioè “occupy myself”) e ridefinire la propria emotività e sessualità in modo unico e personale (quindi “mi riprendo me stessa/o”) Fase tre “EFFETTO A CATENA”: Affinchè ciò non si riduca all’intervento in aula, si creano dei gruppi di auto-mutuo-aiuto e ascolto nelle scuole con obiettivi di lotta concreta agli stereotipi di genere; il feed-back dei gruppi dovrà essere pubblicato nei social network sotto forma di foto, video o meme votabili, per partecipare a un contest fra scuole. Il premio finale sarà divenire testimonianza attiva di cambiamento accompagnando il team in un’altra scuola per creare un effetto di diffusione a catena.
CHE OBIETTIVI HA IL PROGETTO IN UN ANNO DA ADESSO?
- Creare tramite social network e pagina web dei luoghi di ritrovo virtuale per confrontarsi e avere risposte a domande su sessualità, emotività e stereotipi di genere, per anticipare e proseguire il lavoro di dialogo svolto in aula.
- Promuovere il dialogo e rompere silenzi pericolosi, dentro e fuori l’ambiente scolastico, tramite il gruppo autogestito di ragazzi che si punta a creare come conseguenza e proseguimento delle giornate formative.
- Raggiungere un buon livello di popolarità grazie al passaparola della rete, per ottenere fondi e appoggi necessari a realizzare il progetto in altrettante scuole/istituzioni; coinvolgere il gruppo vincitore sul web come testimone attivo per i coetanei, creando così una catena per la diffusione capillare dei contenuti del progetto.
- Dar vita ad un format replicabile all’infinito per effettuare una graduale rivoluzione culturale, che abbia come effetto a lungo termine un’esponenziale diminuzione delle storie di violenza femminile e maschile.
LE PRINCIPALI COSE CHE SERVIRÁ FARE PER REALIZZARE IL PROGETTO
- Trovare degli sponsor privati e/o accedere a dei finanziamenti pubblici per realizzare il progetto formativo in un gruppo minimo di partenza di scuole superiori o istituizioni.
- Consolidare il team di formatori per realizzare le tre fasi “DEMOLIRE, RICOSTRUIRE e EFFETTO A CATENA” delle giornate formative nelle scuole/istituzioni.
- Alla fine delle giornate formative dar vita a un gruppo stabile di auto-mutuo-aiuto e ascolto autogestito dai ragazzi per ogni scuola/istituzione, fissandone la programmazione futura in obiettivi da raggiungere.
- Creare un profilo sui social network e un sito web di riferimento, oltre ad un team per la gestione; avviare un contest via web per motivare i gruppi e incentivarli a raggiungere gli obiettivi e pubblicarne il feed-back in rete. Si punta così ad ottenere una duplice diffusione: locale, per azione del gruppo su famigliari e amici; nazionale, per visibilità e coinvolgimento nella votazione sul web.
- Organizzare un evento nazionale per la premiazione finale del contest.
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